La Posizione Della Commissione Europea Sulla Gestione Della Migrazione Economica
Nel gennaio 2005, la Commissione europea ha pubblicato un libro verde sull’approccio dell’Unione europea alla gestione della migrazione economica.
L’obiettivo del Libro verde, affermano gli autori del rapporto, è quello di avviare un dibattito approfondito, con la partecipazione delle istituzioni dell’UE, degli Stati membri e della società civile, sulla forma più appropriata che dovrebbe assumere la legislazione dell’UE sull’ammissione dei migranti. ” In altre parole, partiamo dalla necessità di rivedere le politiche sull’immigrazione nel lungo periodo.
Molti sono gli elementi di interesse (per i quali si fa riferimento a una lettura diretta del testo) per la situazione italiana, poiché le ragioni economiche sono quelle che incidono maggiormente in percentuale sulle motivazioni per richiedere il permesso di soggiorno.
Ma uno in particolare ha lo scopo di attirare l’attenzione: il Libro verde afferma chiaramente che “saranno necessari sempre più flussi migratori per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro dell’UE e per garantire la prosperità dell’Europa”.
La carta di soggiorno
come strumento di inclusione sociale
La carta di soggiorno è un particolare tipo di permesso di soggiorno che, rispetto a quello normale, conferisce al cittadino straniero che risiede regolarmente in Italia da almeno 6 anni, facoltà e diritti aggiuntivi.
L’introduzione di questo istituto è avvenuta per la prima volta nella legislazione italiana attraverso la Legge 40/98 (Turco-Napolitano), successivamente la Legge 189/02 (Bossi-Fini), che ha introdotto alcune modifiche al Testo Unico sull’immigrazione, ha modificato anche alcuni requisiti per la domanda, elevando da 5 a 6 anni di permanenza in Italia per richiedere la carta di soggiorno. In tal modo, tale norma ha introdotto una modifica che contraddice le indicazioni fornite dall’Unione Europea: all’articolo 4 della “Direttiva 2003/109/CE” del 25 novembre 2003 si afferma che lo status di soggiornante di lungo periodo deve essere riconosciuto a coloro che hanno “risieduto legalmente per cinque anni nel territorio”.
Sebbene bossi-fini imponga dei vincoli, la carta di soggiorno è uno strumento che sancisce il principio della “residenza permanente”, dando stabilità e favorendo il percorso di integrazione sociale.
In uno studio promosso da Cospe (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti), Associazione Indra Onlus, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociologia dell’Università di Firenze, e finanziato dalla Provincia di Firenze, si analizza quante informazioni relative al la carta di soggiorno e le opportunità che essa offre è molto diffusa sia tra i cittadini non appartenenti all’Unione Europea regolarmente soggiornanti nel territorio della provincia di Firenze, sia tra gli operatori delle pubbliche amministrazioni.
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